
L’ho vista danzare tra le corolle d’un turgido fiore
E poi crogiolarsi nel primo pomeriggio sotto un tiepido sole
Nascondersi nelle fossette d’una guancia che sorride
E farsi intrappolare tra le rughe di un vecchio che all’oggi arride
Tramutarsi in energia nella pinna caudale nel pesce
Scorticarsi nelle ginocchia d’un bambino che cadendo cresce
Stillare aiuto nella fleboclisi a un malato che combatte
Brillare dell’ultimo guizzo di vita nel pesce che preso ancora si dibatte
Nel cielo burlone finito nella pozzanghera tra il cemento
E nel muggire placido tra i prati in montagna di un armento
Io l’ho vista palesarsi in tante forme
Ugualmente nutrire gratuitamente chi è sveglio
e chi davanti al suo richiamo invece dorme
Accompagnare nel volo le ali di chi s’è librato in alto
fasciargliele strette quando le ha rotte in un incauto salto
Fiera l’ho vista tra i dardi del sole d’agosto
arroventare i granelli di sabbia coi raggi nell’orma che vi hai posto
Lieta scrosciare insieme alla pioggia che innaffia il mondo a caso
mentre infondi tanta cura rinvasando i geranei rossi in un grande vaso
L’ho percepita nascondersi nel cassetto dei tuoi molti pensieri
E poi esplodere nel ricordo delle rutilanti risate di ieri
Ondeggiare tenera nell’andatura barcollante di un malato
Alitare in un messaggio di parole celate in un verso alato
L’ho vista brillare nel verde piu’ tenero sulla cima di un ramo in quel germoglio
E nella moltitudine dei tantissimi fiori di ciliegio nell’albero in pieno rigoglio
S’è divertita tra il pelo arruffato del cucciolo di cane che corre
con la lingua penzoloni vicino al rigoglio d’un corso d’acqua tra le forre
Gorgogliante ella sole lasciarsi catturare tra le palme unite di chi beve alla foce
E sa divenire pensosa volgersi livida mostrarsi crocifissa nelle vittime d’una guerra atroce
E’ nelle zolle smosse di terra rossa arieggiate per mano umana
Sta con un seme che marcisce nasce cresce e si fa fiore e poi profumo emana
S’è messa tanto tempo fa a girare sull’orbita di tutti quei pianeti misteriosi lassu’
S’è degnata di restare fin nel fondo d’un bicchiere di latte bevuto quaggiu’
L’ho trovata sul davanzale nella neve nel biancore col suo birichino luccicare
E l’ho vista schizzare veloce nelle note d’una canzone a un amore breve
Ha disegnato volute col mio sguardo che ammirava una spirale in una conchiglia
S’è fatta madreperlacea bava di lumaca sull’asciutta fanghiglia
Divenuta ordito ed entrata nella trama di una tela da cui un vestito è stato tratto
Ha sentito poi un minuscolo rumorino rabbrividendo sulle tese vibrisse di un gatto
Ha ringraziato nel respiro sommesso della moltitudine di alberi nelle foreste
S’è spogliata di inutili parole mettendosi nuda e senza pomposa veste
E se ancora la senti che ogni momento silenziosa per noi si fa prece
suggerire al tuo cuore ispirazioni da trascrivere in sua vece
Dille grazie d’ispiraci d’allietarci e carezzarci con parole belle
Di innalzarci ancora fin lassu’ con le alte e misteriose stelle
E dandole la mano inabissandoti con lei fin dentro al nucleo profondo
scopri umilmente l’origine poetica di ogni cosa pur piccola creata a questo mondo
email: cizziarte@hotmail.com